Attività promosse dalla Sen. Elena Cattaneo in Senato
www.cattaneolab.it

Le ossessioni della politica – Da Repubblica del 28 febbraio 2018

In un commento su Repubblica, la senatrice Cattaneo fa una breve carrellata delle norme europee e (soprattutto) italiane che fermano la ricerca e penalizzano l’agricoltura.

“I germogli di piantine di vite trattate con Crispr per resistere ai patogeni possono evitare di spargere ancora fungicidi a base di metalli pesanti. Sono invece rinchiusi nei laboratori dalle ossessioni di una politica nazionale ed europea che nel 2015 ha consentito che colture ogm autorizzate possano essere vietate dai singoli stati anche in assenza di evidenze scientifiche su eventuali rischi per salute e ambiente. Lo spauracchio degli Ogm e il mito di una natura incontaminata, ha finito col vietare la libertà di studiare, per davvero, in campo aperto come proteggere i nostri prodotti tipici.

In Italia i progetti dei nostri ricercatori pubblici sono chiusi da oltre quindici anni nei cassetti. Si pensi alle mele cisgeniche del Prof. Sansavini, resistenti alla ticchiolatura, un fungo responsabile della più grave malattia delle mele. Nel 2002 il ministero ne vietò la sperimentazione in campo aperto con l’unico esito di regalare a Olanda e Svizzera lo sviluppo di questa strategia.

Il professor Eddo Rugini, dell’Università della Tuscia, nel 2012, è stato obbligato a mettere al rogo, letteralmente, 30 anni di conoscenza: bruciate le sue piante di kiwi, di ciliegio, ma anche di ulivi geneticamente modificati per resistere a parassiti o tollerare la siccità. Tutte piante ora regalate agli USA.  Il prof. Francesco Sala, scomparso nel 2011, genetista della Statale di Milano, non potendo sperimentare in campo in Italia, sviluppò pioppi resistenti che riuscì a coltivare, ma in Cina su migliaia di ettari.

Vent’anni fa i ricercatori avevano trovato i geni capaci di rendere il pomodoro San Marzano resistente agli attacchi virali. Il progetto è rimasto nel cassetto, e del nostro pomodoro tipico non vi è ormai più traccia.

Una vera galleria degli orrori, di politiche pubbliche suicide, che da decenni anestetizzano l’innovazione nell’agricoltura italiana e costringono le imprese a decine di trattamenti con insetticidi, all’applicazione di vere calamità ambientali come il “biologico” solfato di rame usato sulle viti, a rinunciare al 50% del mais perché “contaminato”, per poi importarne di tipo Ogm a milioni di tonnellate, insieme alla soia. Negli ultimi 15 anni, pur di non abbandonare politiche illusorie e lontane dai fatti, un governo dopo l’altro si è opposto persino allo “studiare per imparare”. Eppure tra il 1992 e il 2004 abbiamo coltivato in campo aperto decine di piante OGM di pomodoro, melanzana, cicoria, vite, fragola, insalata o mais senza problemi sanitari e ambientali.

La possibilità per superare questa follia passa anche dalle urne, nel saper scegliere chi dimostrerà di voler voltare pagina liberando i ricercatori e gli imprenditori agricoli da regole irragionevoli e contrarie agli interessi del Paese, consentendo, finalmente, lo studio in campo aperto di una ricerca sempre più precisa, utile e matura.”