Attività promosse dalla Sen. Elena Cattaneo in Senato
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Eccellenze abbandonate – Da D di Repubblica del 1 luglio 2023

Nel suo editoriale sull’inserto D di Repubblica di sabato 1 luglio, Elena Cattaneo racconta una delle tante storie di eccellenti ricercatrici e ricercatori non adeguatamente sostenuti dal sistema della ricerca pubblica italiana.

Ecco l’articolo della senatrice Cattaneo:

“Nel 2022, dopo oltre un secolo, gli Stati Uniti hanno rivoluzionato gli standard di progettazione in zona sismica delle opere di sostegno grazie agli studi di una ricercatrice italiana, Maria Giovanna Durante. Il “modello Durante”, elaborato a partire dai suoi studi, è infatti entrato ufficialmente nelle linee guida USA ed è stato applicato, ad esempio, nella costruzione del nuovo stadio dei Clippers, squadra di basket di Los Angeles: un progetto da due miliardi di dollari.

Durante ha 38 anni ed è ingegnera geotecnica sismica. La sua formazione è tutta italiana, all’Università del Sannio, dove ha studiato ingegneria civile, e all’Università Federico II di Napoli, dove ha conseguito il dottorato. La prima grande occasione per mettere a frutto le competenze acquisite è all’estero, alla University of California (UCLA), a cui è seguita, dopo un anno e mezzo, un’offerta di lavoro della University of Texas.

Avevo letto la sua storia trovandola particolarmente interessante: una ricercatrice italiana in un ambito ritenuto – a torto – di maggiore pertinenza maschile che, dall’altra parte del mondo, studia fino a rivoluzionare gli standard del suo settore di ricerca.

Quando l’ho incontrata lo scorso anno, in occasione della conferenza “Women in Stem” da lei promossa all’Università della Calabria, mi ha raccontato che, accanto ai traguardi professionali, tra le sue soddisfazioni più grandi c’è anche l’aver fatto un “viaggio di andata” con la possibilità di far “ritorno” a casa.

Durante, infatti, ha partecipato a uno dei bandi Marie Skłodowska-Curie della Commissione europea, il Reintegration Panel, disegnato per favorire il rientro di ricercatori originari di Paesi membri dell’UE che hanno trascorso un lungo periodo fuori dall’Europa. In particolare, il bando prevede un contratto della durata di due anni tra la Commissione europea e l’ente ospitante. Durante, nel 2021, lo vince con un progetto per lo sviluppo di linee guida per la geotecnica sismica anche attraverso l’intelligenza artificiale. Alle (importanti) offerte americane preferisce l’Italia: in pochi mesi trasferisce tutta la sua vita in Calabria, insieme al marito Paolo e alle loro due bambine. In una regione ad alto rischio sismico, Durante studia – per tutti noi – cosa succede alle opere esistenti, come palazzi e infrastrutture stradali, quando è in corso un terremoto o una frana, e come i materiali con cui sono costruiti muri di sostegno e strutture interagiscono col terreno durante l’evento sismico fino ai fenomeni di liquefazione, con l’obiettivo di ridurre i rischi per persone e cose. Risorse, competenze, idee all’avanguardia guadagnate dall’Università che l’ha accolta e che un Paese ad alto rischio idrogeologico come il nostro non può permettersi di perdere.

Oggi, il biennio “coperto” dall’Europa è agli sgoccioli. Così come ogni certezza professionale per Durante, che non sa ancora se e dove potrà continuare a fare ricerca in Italia una volta esaurita quella dote.

Al netto di difficoltà burocratiche e normative – incomprensibilmente, la chiamata diretta di studiosi di elevato merito scientifico che hanno vinto bandi europei non è prevista per la sola fattispecie del bando vinto da Durante – emerge l’incapacità del nostro sistema universitario nel suo complesso di offrire prospettive e futuro ai nostri talenti più meritevoli, donne e uomini in egual misura, e l’incostanza del Paese nel tradurre in realtà, con misure concrete, la retorica dei “cervelli” da trattenere. Soprattutto in quei territori che più di altri hanno difficoltà nell’attrarre ricercatori dall’estero.

La vicenda di Durante è l’ennesima dimostrazione dell’insufficiente considerazione che l’Italia riserva a chi fa ricerca, ogni giorno, anche raggiungendo altissimi meriti. Disperdere queste competenze, a partire da quelle riconosciute eccellenti all’estero che sono tornate dando fiducia allo Stato italiano, è un fallimento del sistema-Paese della cui gravità dobbiamo essere tutti consapevoli. Non è possibile allargare le braccia con generiche dichiarazioni d’impotenza, perché la dispersione di questi semi di conoscenza non è l’esito di un “destino cinico e baro”, ma la rinuncia deliberata da parte dei vertici accademici e istituzionali a essere all’avanguardia dello sviluppo e del progresso da cui dipende il benessere di tutti”.

A questo link è possibile consultare e scaricare l’articolo in formato PDF