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La ricerca rivalutata, mai più Cenerentola – Dal Messaggero del 28 dicembre 2020

Nello speciale sull’anno nuovo del Messaggero, la senatrice Cattaneo ricorda come la straordinaria rapidità della scienza nel mettere a punto diverse formulazioni di vaccino anti-Covid19 sia dovuta anche alle conoscenze acquisite negli scorsi vent’anni, grazie alla ricerca di base e alla sperimentazione animale.

Ecco l’articolo della senatrice Cattaneo.

Le immagini dei primi vaccinati nel mondo sono la sintesi perfetta di un anno trascorso tra incertezze, sacrifici e speranze. Il vaccino è il risultato di ogni sforzo conoscitivo e scientifico messo in campo per fronteggiare una vulnerabilità collettiva di cui avevamo perso memoria. La vaccinazione è l’atto personale e collettivo che protegge sé stessi e gli altri, a partire dai più fragili; è il gesto che ci rende responsabili, oltre la gratitudine, verso chi è stato (e ancora è) in prima linea nella tutela della nostra salute.

Sono 149, ad oggi, i candidati vaccini, 64 dei quali in sperimentazione clinica, e due approvati in Occidente. Un risultato straordinario che sarebbe stato impossibile senza il lavoro che i ricercatori portano avanti da anni. Molti studiosi si sono dedicati allo studio dei virus che hanno preceduto Sars-CoV2. Altri hanno studiato come, nelle nostre cellule, a partire dai geni, si formassero gli RNA messaggeri (alla base dei vaccini di Moderna e Pfizer) e si sono chiesti come produrli in laboratorio per poi iniettarli, come un farmaco. Alcuni gruppi di ricerca hanno cercato metodi per veicolare pezzi di geni terapeutici. Altri si sono dedicati al sequenziamento per mappare le evoluzioni dei virus nel mondo. Altri hanno scoperto che il recettore ACE presente sulle nostre cellule è la “porta d’ingresso” dei coronavirus. Altri hanno puntato ai segreti delle nostre cellule immunitarie e della formazione degli anticorpi, mentre altri studiosi sviluppavano modelli animali (topi, furetti, scimmie) per capire come si trasmettono i virus, come si produce e quanto dura la risposta immunitaria. Altri ancora hanno incrociato genomi umani per comprendere perché in alcuni casi la malattia si presentasse così tragicamente, scoprendo che a renderci più vulnerabili è un minuscolo pezzetto di DNA, ereditato dai Neanderthal. Unire tutte queste conoscenze ha permesso di trovare risposte a domande altrimenti inaffrontabili, con una rapidità inimmaginabile solo un anno fa.

È stata la ricerca di base, quella che studia il normale funzionamento delle nostre cellule e organi, la più grande risorsa della medicina contro il virus. Sono stati l’impegno e la cooperazione tra governi e istituzioni internazionali, a partire dall’Europa, che hanno creduto e investito nella ricerca per affrontare una pandemia ignota e letale, a permettere pochi giorni fa a quel primo furgone con 9750 dosi di vaccino di passare il Brennero. Un’arma messa a punto in un tempo straordinariamente breve grazie a più di vent’anni di ricerca.

Elena Cattaneo
Docente della Statale di Milano e senatrice a vita

A questo link è possibile consultare e scaricare l’articolo in formato PDF.