Attività promosse dalla Sen. Elena Cattaneo in Senato
www.cattaneolab.it

Libertà di ricerca – le storie di Regeni e Djalali

Giulio Regeni, ucciso al Cairo, e Ahmadreza Djalali, a rischio di pena di morte in Iran. Entrambi ricercatori, entrambi studiavano e perseguivano la conoscenza, per il bene di tutti.

30 gennaio 2017 – Non c’è libertà senza ricerca – Cattaneo Il Sole24Ore

La vicenda di Giulio Regeni non racconta solo l’orrore e la crudeltà di un Paese che non riconosce i diritti fondamentali, ma parla anche della passione di un ricercatore e dei valori di onestà, indipendenza e libertà che ha difeso.

“Non ci può essere alcun limite alla libertà degli studiosi di studiare. Non ci può essere alcun timore nel perseguire la conoscenza“, ma spetta alle università proteggere i propri studenti e ai paesi liberi che traggono benefici dalle loro ricerche, dare segnali chiari di intransigenza verso chi disconosce la libertà.

3 marzo 2017 – Salviamo lo scienziato prigioniero a Teheran – Cattaneo La Repubblica

Ahmadreza Djalali è un medico ricercatore iraniano di 45 anni che collabora regolarmente con prestigiosi istituti di ricerca europei, per quattro anni ha vissuto in Italia lavorando presso il CRIMEDIM (Centro di Ricerca in Medicina d’Emergenza e dei Disastri dell’Università del Piemonte Orientale). Nell’aprile 2016 si è recato in Iran, invitato dall’Università di Teheran a partecipare a un ciclo di seminari, ed è stato arrestato. Sarebbe stato accusato di collaborazione con governi ostili, reato che in Iran è punito con la pena capitale.

Come Giulio Regeni, è un ricercatore “sequestrato al suo lavoro e alla sua vita”. A differenza di Giulio, sappiamo dove si trova e soprattutto siamo ancora in tempo per salvargli la vita.

Nel mese di marzo la Sen.ce Cattaneo ha declinato un invito a partecipare al secondo Congresso su “Cellule staminali e medicina rigenerativa” previsto a luglio a Teheran: “ho deciso di non partecipare ad altri eventuali eventi che si terranno in Iran finché Djalalì sarà detenuto. La comunità degli studiosi in Iran non merita certo l’isolamento e, insieme al proprio governo, deve poter garantire le condizioni per una ricerca capace di muoversi libera e incondizionata”.

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *