Attività promosse dalla Sen. Elena Cattaneo in Senato
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Questioni di credibilità – Da D di Repubblica del 27 maggio 2023

Nel suo editoriale su D di Repubblica di sabato 27 maggio, la Senatrice Cattaneo tratta di iniziative di ispirazione pseudoscientifica tenute in ambito universitario, e di come le istituzioni accademiche e di ricerca potrebbero e dovrebbero tutelarsi rispetto al rischio di conferire credibilità a tali iniziative.

Di seguito l’editoriale della Senatrice Cattaneo:

“Nel 2016, in una delle sale messe a disposizione dal Senato per iniziative pubbliche, si sarebbe dovuta tenere la proiezione di Vaxxed, ‘documentario’ sui presunti effetti avversi dei vaccini, diretto dall’ex medico Andrew Wakefield, radiato dall’ordine dei medici britannico a causa della famosa frode scientifica sulla falsa relazione tra vaccini e autismo. Ricordo dichiarazioni giustamente indignate per il fatto che un luogo istituzionale potesse ospitare e offrire visibilità a un appuntamento -promosso da un senatore – dai contenuti antiscientifici. Il Senato prese le distanze, specificando come la responsabilità delle opinioni e dei contenuti espressi durante le iniziative ospitate fosse esclusivamente dei proponenti. L’evento fu annullato; da allora, ogni iniziativa ospitata in Senato deve riportare, nel programma, una formula predefinita e inequivocabile sull’estraneità dell’istituzione e dei suoi organi rispetto ai contenuti dell’evento.

Condizionare la disponibilità di spazi a una specifica avvertenza che renda chiara l’estraneità e la distanza dagli argomenti trattati è un primo e opportuno passo utile a evitare che la credibilità di un’istituzione possa essere sfruttata per promuovere e conferire autorevolezza ad istanze pseudoscientifiche.

Ma è sufficiente? Può esserlo, forse, in Senato, poiché lo spazio al pluralismo e alla rappresentanza delle minoranze e delle diverse istanze politiche, sociali e culturali è il cardine della funzione parlamentare. Ritengo invece che non lo si possa considerare tale quando lo spazio che la pseudoscienza chiede di occupare è quello preposto all’insegnamento, al rispetto dei dati e del metodo scientifico: l’università.

A gennaio di quest’anno, l’Accademia dei Lincei ha diffuso una nota in cui esprimeva “sconcerto” per il sostegno dato da diverse istituzioni pubbliche, anche accademiche, al convegno biennale dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica. L’evento risultava infatti organizzato presso l’Università Roma Tre e “in collaborazione (tra gli altri) con il dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie dell’Università di Firenze, il dipartimento di Farmacia dell’Università di Salerno”. Negli anni passati lo stesso convegno era stato ospitato dal Politecnico di Milano (2018) e patrocinato dall’Università di Firenze (2020), nonostante la contrarietà di molti studiosi, anche interni. Dopo le critiche del mondo scientifico, i nomi delle tre Università sono scomparsi dai materiali di promozione e l’ateneo romano ha tenuto a precisare che l’Università si era limitata ad affittare un’aula, senza condividere per questo le idee o le finalità dell’evento, e che la sua comunità scientifica non era in alcun modo coinvolta nelle attività dei promotori. Ancora una volta, è necessario chiedersi se una nota ufficiale basti a prendere le distanze da un evento che promuove – negli spazi di quello stesso ateneo – una pratica che sconfina nell’esoterismo, contraria alla ragione costitutiva degli insegnamenti impartiti in quegli stessi luoghi. A mio parere, la risposta è negativa.

Lo scorso marzo, presso il Dipartimento di scienze del farmaco e della salute dell’Università di Catania, era in programma – con il supporto incondizionato di una delle più note aziende di prodotti omeopatici – un seminario di introduzione all’omeopatia che prevedeva una prima parte dedicata alla “Tecnica di preparazione del medicinale omeopatico” e una seconda su “Il medicinale omeopatico e il consiglio in farmacia”. Quindi, nello stesso luogo in cui si studiano, su basi scientifiche solide, farmacologia e tossicologia, chimica e microbiologia, si sarebbe dovuta dedicare una mattina a spiegare, forse, il processo di diluizione e “dinamizzazione”, chiamato succussione, alla base dei prodotti omeopatici. O a raccontare come, in questo processo, ogni goccia di prodotto porti con sé la “memoria” della sostanza ritenuta curativa. Scrivo “forse” perché, pochi giorni prima del seminario, il Rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo, venuto a conoscenza dell’evento ha deciso subito di annullarlo “perché la pseudoscienza non deve avere spazio nella nostra Università. Senza mezzi termini”.

In questo ultimo caso, più che nei precedenti, l’istituzione universitaria è riuscita a tutelare sé stessa dal parassitismo di portatori di interesse che, affittando una sala, lucrano credibilità agli occhi dei cittadini. Il gesto del Rettore ha difeso il rigore del metodo scientifico e onorato il patto di fiducia che necessariamente deve legare lo studioso alla società, un patto basato su una chiara distinzione fra ciò che è scienza e ciò che non lo è, fra ciò che è cura e ciò che è rischioso considerare tale”.

A questo link è possibile consultare e scaricare l’articolo in formato PDF.